Il Palazzo Alidosi
Della prima residenza della famiglia Alidosi, “Castrum Rivi”, sorta fra il XIII e il XIV sec., resta lo splendido rudere del Castellaccio; il Palazzo Alidosi, nel capoluogo, costruito nei primi decenni del XVI sec., è invece spledididamente conservato. Discordia fra gli storici in merito al nome dell’architetto che progettò il maniero - citati il Bramante e Francesco da Sangallo, oggi si propende per quest'ultimo. La costruzione fu commissionata inizialmente dal cardinale Francesco Alidosi, con l’intento di sottolineare la solidità del potere della Famiglia Alidosi; fu poi proseguita da Cesare e Rizzardo Alidosi e infine completata verso il 1540. I lavori iniziarono con grande disponibilità di mezzi e di manodopera. Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di un Palazzo-fortezza con quattro bastioni a losanga molto pronunciati che racchiudevano all’interno un grande cortile contornato da un loggiato di ventiquattro colonne di arenaria, e al centro un pozzo. Un largo fossato circondava il palazzo e un ponticello a tre arcate consentiva l'accesso al Palazzo. A sud, verso il paese, un bel giardino fu detto il Giardino delle delizie; nei sotterranei, oltre alle cantine, erano presenti due prigioni, per gli uomini e una per le donne. Il Palazzo rimase però incompiuto: dei quattro bastioni previsti ne furono realizzati solo due, quelli apprezzabili anche oggi. Vero gioiello rinascimentale è il Cortiletto delle Fontane, che accoglie tre bellissime fontane a conchiglia; tre colonne di arenaria sorreggono il loggiato. Sotto le vele della loggia, otto nicchie circolari accoglievano un tempo i busti marmorei degli esponenti più importanti della famiglia; oggi ne resta uno, quello di Lito Alidosi, vescovo di Imola e di Cervia nella prima metà del '300. Il Palazzo è stato interamente restaurato ed è ora sede comunale. Ospita inoltre la biblioteca, il Museo della Guerra-Linea Gotica, l'Animal Tower e il centro didattico dedicato al Castagno, albero da frutto tipico della zona appenninica. |
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